lunedì 14 novembre 2011

2 (12/11/2011) - "Il mondo nuovo. Utopie, visioni, premonizioni" con Carlo Antonio Angioni

Ospite: Carlo Antonio Angioni ("narrattore", autore, regista)

Playlist:

A Perfect Circle - Imagine
Aldous Huxley – Il mondo nuovo (reading)
John Foxx - A New Kind Of Man
Philip K. Dick – Ubik (reading)
Faith No More - Land of sunshine
Luciano Bianciardi – La vita agra (reading)
C.S.I. - Forma E Sostanza
Silvano Agosti – Lettere dalla Kirghisia (reading)
The Police - Spirits In The Material World
Giorgio Gaber - Un'idea
Musiche di sottofondo: Brian Eno, Hassell – Eno, Kraftwerk

Ascolta il podcast:



I libri:

Autore: Aldous Huxley
Titolo: Il mondo nuovo (Brave New World)
Anno di pubblicazione: 1932
Editore: Mondadori

Capolavoro e pietra miliare della letteratura fantascientifica e distopica, in questo libro Huxley descrive la Terra di un ipotetico futuro dove il consumismo regna incontrastato.
La riproduzione umana è completamente affidata alla genetica e il mondo da lui descritto è popolato esclusivamente da uomini nati in provetta e scrupolosamente divisi in classi. E’ bandita ogni forma di tristezza o stanchezza e si assiste quindi ad un baratto tra la felicità materiale e la libertà di avere dei sentimenti. 
Il romanzo descrive la vita in questo mondo ma avviene un fatto eccezionale: il contatto tra un giovane vissuto tra gli incivili, ma figlio naturale di due civilizzati, e la società. Questo fatto desterà un enorme curiosità, ma porterà anche quelle cose da cui il nuovo mondo cerca di scappare: le emozioni. Nella nuova società infatti, è stata inventata una droga artificiale, la soma, che non ha effetti collaterali, che permette di scappare dai problemi e non essere mai stanchi.
Sarà proprio questo “selvaggio” a mettere in crisi il sistema portando molto scompiglio in una popolazione ormai uniformata dal “grande ford”.



Autore: Philip K. Dick
Titolo: Ubik
Anno di pubblicazione: 1969
Editore: Fanucci

Glen Runciter comunica con la moglie defunta per avere i suoi consigli dall'aldilà. Joe Chip scompare dal mondo del 1992 e si ritrova nell'America degli anni Trenta. Una trappola mortale ha annientato i migliori precognitivi del sistema solare. E in corso una lotta per scrutare il futuro, in un'impossibile dissoluzione del presente; mondi e tempi diversi fluiscono contemporaneamente, la vita si scambia con la morte. In "Ubik" Philip K. Dick affronta alcuni dei suoi temi più profondi: l'illusione che chiamiamo realtà, la mancanza di un tessuto connettivo e di un principio unificatore al di sotto dell'apparenza delle cose, il mistero di un Dio che tiene i dadi della vita e della morte. Scritto nel 1966 e pubblicato nel 1969, "Ubik" è una delle opere più sconcertanti e riuscite di Philip K. Dick. Per il suo dirompente surrealismo, per l'ironia e la passione con cui analizza la società umana, "Ubik" è un classico di quella letteratura che si spinge a esplorare i paradossi dell'esistenza con le armi della visione e della fantasia, di uno sguardo anarchico, insaziabile e curioso.



Autore: Luciano Bianciardi
Titolo: La vita agra
Anno di pubblicazione: 1962
Editore: Bompiani

Come può la vita non apparire agra all’ombra dell’alienazione metropolitana? Di settimane fatte di un’ira “alacre e scattante” il lunedì, per diventare “stanca e inviperita il sabato”? Di un successo incalcolabile sul metro della simpatia che suscitiamo negli altri? Di un mondo culturale inerte e mercificato,di una rassegnazione strisciante che svilisce ogni moto vitale del pensiero? E di unmiracolo economico che presenta il suo conto nel numero di morti sul lavoro?
Perché ancora si moriva, negli anni Sessanta e ancor oggi, di lavoro. Si moriva in miniera, come in Germinale, ma Emile Zola scriveva nell’Ottocento. Questo di Bianciardi è un romanzo che, a prenderlo in mano oggi, scotta.
Vi si racconta di un uomo che lascia la sua terra, la moglie e il figlioletto per dirigersi a Milano, la città simbolo del boom, con il suo totem Pirellone. L’intenzione è quella di vendicare l’incidente di Ribolla, in cui morirono 43 minatori per un esplosione di grisù, facendo saltare in aria proprio quell’edificio feticcio di un’illusione di massa, illusione che investiva l’Italia dell’indomani della guerra e che pur presentava l’assetto culturale antiquato di quel mondo contadino e provinciale che aveva la pretesa di lasciarsi alle spalle. La vendetta resta solo sulla carta, e il protagonista finirà divorato, risucchiato nel meccanismo perverso della realtà. L’intellettuale dovrà fare i conti con la sopravvivenza, che scopriamo subito costare molto cara; il rivoluzionario, con la disidratazione spirituale e l’assuefazione inerte di masse annoiate nella loro frenesia; la passione per la vita, con la morsa schiacciante e mortifera della città.


Autore: Silvano Agosti
Titolo: Lettere dalla Kirghisia
Anno di pubblicazione: 2004
Editore: Immagine

"Cari amici, non sono venuto in Kirghisia per mia volontà o per trascorrere leferie, ma per caso. Improvvisamente ho assistito al miracolo di una società nascente, a misura d'uomo, dove ognuno sembra poter gestire il proprio destinoe la serenità permanente non è un'utopia, ma un bene reale e comune. Quisembra essere accaduto tutto ciò che negli altri Paesi del mondo, da secoli, non riesce ad accadere. Arrivando in Kirghisia, ho avuto la sensazione di'tornare' in un Paese nel quale in realtà non ero mai stato. Forse perché dasempre sognavo che esistesse. Il mio strano 'ritorno' in questo meraviglioso Paese, è accaduto dunque casualmente. Per ragioni tecniche, l'aereo sul qualeviaggiavo ha dovuto fare scalo due giorni nella capitale. In ogni settore,pubblico e privato, non si lavora più di tre ore al giorno, a pieno stipendio, con la riserva di un'eventuale ora di straordinario. Le rimanenti 20 o 21 oredella giornata vengono dedicate al sonno, al cibo, alla creatività, all'amore,alla vita, a se stessi, ai propri figli e ai propri simili..." (prima lettera dalla Kirghisia). Regista e scrittore, Silvano Agosti narra in questo libro, a metà tra reportage e testo utopico, il miracolo di una società a misura d'uomo.

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