domenica 19 dicembre 2010

6 (18/12/2010) - "R-esistenze" con Enrico Lobina

Ospite: Enrico Lobina (saggista e attivista, attualmente consigliere comunale)

Anita Lane - Bella Ciao

Enrico Lobina - Viet Nam - Le radici della resistenza (2009)
Japan - Voices raised in welcome, hands held in prayer
Ca - dao (brevi poesie vietnamite)
Enrico Lobina et al - Essere donna in Asia (2010)
The Redskins - Bring it down!

Giuseppe Dessì - Il disertore (1961)
Ivano Fossati - Il disertore (cover di Boris Vian - 1956, trad. Giorgio Calabrese)
CSI - Guardali negli occhi 
Beppe Fenoglio - Una questione privata (1963)
Helena Janeczek - Le rondini di Montecassino (2010)
Leonard Cohen & Noir Désir - Le chant des partisans
Wu Ming 2 - Basta uno sparo (2010), Asce di guerra (2008)
Ken Saro-Wiwa - Sozaboy
Ken Saro-Wiwa - La vera prigione
Il Teatro degli Orrori - A sangue freddo 
Marco Rovelli - Servi (2009), Lavorare uccide (2008), Lager italiani (2006)
Manu Chao, Amazigh Kateb, Tiken Jah Fakoly - Politik kills

Ascolta il podcast in streaming:

Le schede dei libri

Autore: Enrico Lobina
Titolo: “Viet Nam: le radici della resistenza. Consenso e strategia militare del Partito Comunista Indocinese nel nord Viet Nam tra il 1941 e il 1945″
Anno di pubblicazione: 2009
Casa editrice: Città del Sole


Un meticoloso lavoro di ricerca, una scrupolosa  ricostruzione condotta negli archivi e con l’ausilio di una poderosa bibliografia, una diligente attenzione interpretativa e un’acuta riflessione analitica sorretta da un meritevole approccio multidisciplinare. Al centro della sua analisi è la storia politica e la politica sociale del Viet Nam e molti e compositi sono gli interrogativi che si pone alla ricerca delle radici storiche di avvenimenti e di idee. Radici storiche che richiedono un approccio di lunga durata che non tralascia il paese tradizionale, precoloniale, così da comprendere tutta una serie di caratteristiche specifiche della civiltà vietnamita. Non limitando la storia del Paese ai tempi più recenti, E.L. dà prova di non temere di annodare il presente al passato e d’inserire i dati risultanti dall’osservazione all’interno di categorie storiche e/o culturali più ampie. In questo modo i differenti strati sovrapposti (sinizzazione, colonialismo, comunismo), pur modificati dalle recenti trasformazioni economiche e sociali, lasciano affiorare tracce antiche che continuano ad essere eloquenti”.
[Tratto dalla prefazione di Annamaria Baldussi]
Enrico Lobina è dottore di ricerca in “Storia, Istituzioni e Relazioni Internazionali dell’Asia e dell’Africa in età moderna e contemporanea”. Ha lavorato per l’Ufficio Cooperazione allo sviluppo dell’Ambasciata d’Italia



Autori: AA.VV. (Enrico Lobina et al)
Titolo: Essere donne in Asia. Diritti, potere, impresa
Anno di pubblicazione: 2010
Casa editrice: Carocci

L'Asia ha visto spesso una donna raggiungere posti di vertice come presidente della Repubblica o capo del governo. Non è detto però che queste affermazioni individuali, del resto all'interno di "dinastie" fondate da uomini (i Nehru-Gandhi, i Ban-daranaike, i Sukarno, i Bhùtto), abbiano veramente sovvertito le gerarchie in società che nell'immaginario, nei rapporti interpersonali e nella distribuzione dei compiti nel mercato del lavoro conservano inibizioni e pregiudizi. Il saggio di Maria Antonietta Confalonieri che apre il libro mostra, partendo dal caso del Giappone, i perduranti squilibri fra i generi nelle pratiche dell'assistenza sociale, per il concorso di norme e comportamenti che non possono essere aboliti se non attraverso ulteriori trasformazioni. Questo volume, a cui hanno collaborato studiose e studiosi dell'Università di Pavia e di tante altre Università italiane, spazia fra i temi dei diritti e quelli della politica, dell'economia e della cultura analizzando i vari aspetti di un processo verso l'emancipazione della donna e la piena eguaglianza nello Stato, nella comunità e nella famiglia che, sia pure nelle diverse situazioni, rivela molti elementi comuni.


Autore: Giuseppe Dessì
Titolo: Il disertore
Anno di pubblicazione: 1961
Casa editrice: Ilisso

Pubblicato nel 1961 (Milano, Feltrinelli), poi in successive edizioni da Mondadori (1974 e, per gli “Oscar” nel 1976) e poi dalla Ilisso di Nuoro nel 1997, è una delle opere più significative di Dessì, oggetto di approfonditi studi critici, e di un film di Giuliana Berlinguer (1983).
Il romanzo narra la vicenda di un giovane pastore sardo, Saverio, che durante la prima guerra mondiale, fugge dal fronte dopo aver ucciso, in un impeto di rabbia e follia, il suo capitano, e dopo un’odissea inspiegabile, torna a nascondersi tra i monti, nella capanna non lontana dal suo paese, per morire divorato dalla febbre, dopo aver confessato al prete il terribile segreto e averne ricevuto l’assoluzione.
La storia è raccontata secondo la tecnica della focalizzazione interna per cui il lettore viene a conoscenza di fatti già avvenuti attraverso i ricordi di Mariangela, mater dolorosa che esprime col suo silenzio il dramma universale della perdita dei figli in guerra, e attraverso le riflessioni morali di Don Pietro Coi, viceparroco di Cuadu. Ecco l’inizio del romanzo:
"Quando si parlò e si discusse per la prima volta del monumento, Mariangela Eca non ne ebbe nemmeno sentore. I suoi due ragazzi erano morti da più di quattro anni, ma per lei era come se quel tempo non fosse passato. Per tutti gli altri, a Cuadu, compresi coloro che avevano perduto un figlio, un nipote o il marito, la fine della guerra era già lontana: tanti e così profondi erano stati i mutamenti che anche in quella piccola città la guerra e il dopoguerra avevano portato. Mariangela no. Lei non si era accorta e non si accorgeva di ciò che avveniva nel mondo circostante, anzi le pareva che tutto fosse rimasto come quando i suoi figli si facevano uomini pascolando i loro branchi di capre nel bosco di Baddimanna e lavoravano il formaggio e la ricotta nel vecchio ovile”

Servendosi dei punti di vista di Mariangela e di Don Coi, Dessì esprime tutto il suo dissenso e la sua condanna per la guerra, che incide drammaticamente sui sentimenti della gente comune al di là di ogni giustificazione o ragionamento di carattere politico e militare.


Autore: Beppe Fenoglio
Titolo: Una questione privata
Anno di pubblicazione: 1963
Casa editrice: Einaudi

Nelle Langhe, durante la guerra partigiana, Milton (quasi una controfigura di Fenoglio stesso), è un giovane studente universitario, ex ufficiale che milita nelle formazioni autonome. Eroe solitario, durante un'azione militare rivede la villa dove aveva abitato Fulvia, una ragazza che egli aveva amato e che ancora ama. Mentre visita i luoghi del suo amore, rievocandone le vicende,viene a sapere che Fulvia si è innamorata di un suo amico, Giorgio: tormentato dalla gelosia, Milton tenta di rintracciare il rivale, scoprendo che è stato catturato dai fascisti...
«Ho fatto tanto, ho camminato tanto... Sono scappato e ho inseguito. Mi sono sentito vivo come mai e mi son visto morto. Ho riso e ho pianto. Ho ucciso un uomo, a caldo. Ne ho visti uccidere, a freddo, moltissimi. Ma io sono sempre lo stesso».
Nella Prefazione all'edizione di Il sentiero dei nidi di ragno del giugno 1964, Calvino indica Una questione privata come IL libro sulla Resistenza, il romanzo che tutti gli scrittori che avevano vissuto l'esperienza della Resistenza avevano sognato di scrivere, senza riuscirci. Dopo averlo paragonato all'Orlando furioso di Ariosto nella breve descrizione che segue:

«Una questione privata [...] è costruito con la geometrica tensione d'un romanzo di follia amorosa e cavallereschi inseguimenti come l'"Orlando furioso", e nello stesso tempo c'è la Resistenza proprio com'era, di dentro e di fuori, vera come mai era stata scritta, serbata per tanti anni limpidamente dalla memoria fedele, e con tutti i valori morali, tanto più forti quanto più impliciti, e la commozione e la furia. [...]»

Italo Calvino, prefazione a "Il sentiero dei nidi di ragno", 1964


Autore: Helena Janeczek
Titolo: Le rondini di Montecassino
Anno di pubblicazione: 2010
Casa editrice: Guanda

Montecassino, 1944. Per cinque mesi, gli alleati cercano di sfondare la Linea Gustav. Fra le unità che compongono le loro armate non ci sono solo americani e inglesi, ma anche truppe di altri continenti che il vortice della guerra mondiale ha risputato in Ciociaria: indiani, nepalesi e persino un battaglione di maori della Nuova Zelanda. Ci sono i marocchini, colpevoli di stupri di massa e per questo gli unici soldati coloniali ricordati. Ci sono i polacchi, un esercito formato da ex deportati dei gulag che combattono in terra straniera per la libertà della Polonia dai totalitarismi. Fanno parte di quella strana compagine anche un migliaio di ebrei che imbracciano le armi per il puro diritto a esistere. E ci sono i civili, con la loro sofferenza, tra due fuochi. Chi erano quegli uomini esclusi dall'immaginario della Seconda guerra mondiale? Helena Janeczek cerca di rispondere con storie semplici. Quella di John Wilkins, soldato texano caduto nel cruento e inutile tentativo di attraversare un fiume. Quella di Rapata Sullivan, nipote di un veterano del battaglione maori da poco deceduto che presenzia al posto del nonno alle celebrazioni della battaglia. Quella di Edoardo Bielinski e Anand Gupta, due amici cresciuti a Roma che a Cassino ci vanno quasi per spirito di avventura, mentre aspettano di capire cosa sarà di loro dopo il liceo. E quella di Rachida, un'immigrata marocchina, a servizio da una coppia di vecchi italiani.

Autore: Wu Ming 2
Titolo: Basta uno sparo. Storia di un partigiano italo-somalo nella resistenza italiana. Con CD Audio: Razza partigiana
Anno di pubblicazione: 2010
Casa editrice: Transeuropa

Dopo l’avventura di Pontiac, storia di una rivolta - 22 date in tutta Italia, oltre 4500 download dell’audiolibro illustrato - la stessa compagine di cantastorie torna con una nuova lettura concerto, racconto in musica, chiamatelo come preferite.
13 testi, 13 musiche originali, 13 ballate elettriche dove la lettura prende il posto del canto, per raccontare, in poco più di un’ora, la storia di Giorgio Marincola, nato in Somalia nel 1923, da padre italiano e madre somala.

Cresciuto a Roma sotto il fascismo, militante del Partito d’Azione, partigiano nel viterbese. E ancora: paracadutato dai servizi alleati nella zona di Biella, catturato dai tedeschi, internato nel Lager di Bolzano. Muore a guerra finita, in Val di Fiemme, nell’ultima strage nazista sul territorio italiano.

Chi raccoglie i cocci dell’eroe?
Chi gli rammenda i calzini?
Chi resta, mentre lui va, verso la fine che ha scelto?
Chi si nasconde dietro al suo monumento?


Il cd allegato: “RAZZA PARTIGIANA - Il reading”

Wu Ming 2 racconta (accompagnato dalle musiche di Egle Sommacal, Paul Piretto, Federico Oppi, Stefano Pilia) la storia del partigiano Giorgio Marincola in un reading musicale presentato al Marina Café Noir di Cagliari il 17 settembre 2010.

Autori: Wu Ming - Vitaliano Ravagli
Titolo: Asce di guerra
Anno di pubblicazione: 2000
Casa editrice: Tropea

Una storia che parla del passato - il dopoguerra, gli anni Cinquanta, la guerra in Estremo Oriente - e del presente.
Un'avventura costruita sull'intreccio di un'autobiografia, quella del coautore Vitaliano Ravagli, con le scoperte e le indagini condotte da un avvocato, che non è mai esistito.


Autore: Ken Saro-Wiwa
Titolo: Sozaboy
Anno di pubblicazione: 1980
Casa Editrice: Dalai

Anni Sessanta. La Nigeria orientale tenta la secessione dalla Federazione, combattendo quella che venne chiamata Guerra del Biafra.
Il giovane Mene, lavoce narrante, proviene dal villaggio di Dukana, nel delta del fiume Niger,dove vive con la madre e dove ha un lavoro come aiutante autista di autobus euna graziosa fidanzata. Quando dai disordini si passa alla guerra vera e propria, Mene si fa ingenuamente assoldare nelle file di un esercito.
Diventerà Sozaboy (soldier boy), ritrovandosi a far parte di un gioco più grande di lui, dicui gli sfuggirà completamente il senso.


La vera prigione

Non è il tetto che perde
Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
Nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
Mentre il secondino ti chiude dentro.
Non sono le meschine razioni
Insufficienti per uomo o bestia
Neanche il nulla del giorno
Che sprofonda nel vuoto della notte
Non è
Non è
Non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato
Le orecchie per un'intera generazione
E' il poliziotto che corre all'impazzata in un raptus omicida
Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
In cambio di un misero pasto al giorno.
Il magistrato che scrive sul suo libro
La punizione, lei lo sa, è ingiusta
La decrepitezza morale
L'inettitudine mentale
Che concede alla dittatura una falsa legittimazione
La vigliaccheria travestita da obbedienza
In agguato nelle nostre anime denigrate
È la paura di calzoni inumiditi
Non osiamo eliminare la nostra urina
E' questo
E' questo
E' questo
Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero
In una cupa prigione.


Autore: Marco Rovelli
Titolo: Servi
Anno di pubblicazione: 2009
Casa editrice: Feltrinelli

L'universo dei clandestini al lavoro. Una situazione drammatica fatta di violenze e soprusi da parte di caporali e datori di lavoro italiani che fanno leva sulla ricattabilità della forza lavoro clandestina per sequestrare loro documenti, trattenere le misere paghe concordate, il tutto condito da insulti e violenze quotidiane, con la collaborazione attiva di piccoli malavitosi locali. Uno scenario che mai compare sui quotidiani nazionali e che invece rappresenta la dorsale nascosta di un'Italia truce e violenta: l'altra faccia del mito "italiani brava gente". Dalle campagne siciliane e del foggiano, fino ai cantieri edilizi e agli ortomercati del Nord, da questo libro emerge una fotografia brutale del nostro paese. Marco Rovelli si è mischiato con i clandestini, bevendo insieme a loro il tè, e comunicando, facendosi raccontare le loro storie finora inascoltate: dal loro racconto emerge anche il volto crudele del nostro capitalismo, ritornato in alcune aree e comparti a forme ottocentesche di sfruttamento.

Autore: Marco Rovelli
Titolo: Lavorare uccide
Anno di pubblicazione: 2008
Casa editrice: Rizzoli

Le morti che avvengono per incidenti sul lavoro si chiamano, in Italia, morti bianche. Bianche come il silenzio, come l'indifferenza. Come l'immediata elusione di ogni responsabilità da parte di chi impone ai lavoratori condizioni ambientali insostenibili. Si tratta di lavoratori dimenticati, di storie individuali delle quali è difficile definire il profilo. Storie bianche, vite bianche, costrette a esistere in un vuoto di diritti, facilmente rimosse dopo un breve clamore massmediale in coincidenza con l'ennesimo "incidente".


Autore: Marco Rovelli
Titolo: Lager italiani
Anno di pubblicazione: 2006
Casa editrice: Rizzoli

"Storie di uomini e donne presi a calci e pugni, in molti contro uno, storiedi vigliaccherie nostre autorizzate e commesse di nascosto, contro ogni leggeprima che contro ogni umanità. Ecco qui un fascio di racconti e di nomi chenon si fanno cancellare. Si imprimono nella fragile superficie delle pagine eda lì sprofondano in chi ha cuore di leggerle. Mai contare gli esseri umani,mai ridurli a mucchio, sommatoria: sono singole vite, uniche e strapiene diragioni per affrontare lo sbaraglio di deserti e mari, naufragi e schedature,impronte digitali e pestaggi. A che grado di sbirraglia abbiamo abbassatogiovani poliziotti e carabinieri coetanei di una gioventù d'oltremare da schiacciare, scacciare." (dalla premessa di Erri De Luca)



LibertAria è un progetto musicale di Marco Rovelli, dopo l’esaurimento della sua esperienza con Les Anarchistes, e libertAria è il nome che dà il titolo al cd, in cui il suo percorso di musicista confluisce con la sua esperienza di scrittore. E nel percorso sono implicati a vario titolo – come co-autori ovvero come incontro da cui è nata un’idea – una serie di amici scrittori:Wu Ming 2Erri De LucaFrancesco ForlaniMaurizio MaggianiRoberto Saviano. Ma ci sono partecipazioni di altrettanto straordinari musicisti come Yo Yo Mundi e Daniele Sepe.
Alcune canzoni si legano direttamente ai libri scritti da Marco Rovelli. Il campocanta di storie migranti legate a Lager italiani (BUR,) e al libro venturo, Servi(Feltrinelli). Il dio dei denari è invece legata alle morti sul lavoro, su cui verte il libro Lavorare uccide (BUR). E così Girotondo, una canzone che nasce dai tentati pogrom ai campi rom.
Altre canzoni sono legate ad altri libri: Indiana, scritta con Wu Ming 2 in margine a ManituanaLa mia parte, canto a margine de Il coraggio del pettirosso, scritta con Maurizio Maggiani; L’odore del mondo, canto a margine di Gomorra. E poi L’intimità, canzone che è il risultato di una riscrittura di un testo scritto appositamente da Erri De Luca.
Il blog di Marco Rovelli: http://marcorovelli.splinder.com/

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